Il beato don Carlo Steeb e la beata madre Vincenza Maria Poloni sono i due Fondatori dell’Istituto Sorelle della Misericordia di Verona. Essi si sono lasciati penetrare profondamente dalla misericordia di Dio, l’hanno contemplata, sperimentata, amata e incarnata fino a diventare un tutt’uno con il dono ricevuto. Il carisma della misericordia è diventato per la loro vita personale e per quella dell’Istituto l’ispirazione, la guida e il criterio per leggere il Vangelo e per svolgere un particolare servizio nella Chiesa e nel mondo.
Don Carlo Steeb
Carlo Steeb nasce a Tübingen nel Württemberg in Germania il 18 dicembre 1773 da genitori benestanti, che si distinguono per onestà di vita e profondo senso religioso.
La sua casa, l’Hotel Lamm, si affaccia sulla Piazza del Mercato ed è luogo di ritrovo di professori, studenti, teologi della vicina Università.
Carlo cresce in un clima rigorosamente luterano che la mamma ravviva con una profonda compassione verso i poveri. Frequenta una antica e rinomata scuola umanistica: l’Anatolicum, dove uno studio serio e sistematico affina le sue doti naturali di riflessione, di disponibilità e di tenerezza. Ma non prosegue l’iter formativo degli studi universitari poiché suo padre ha urgenza di avviarlo alla pratica commerciale.
A 15 anni, nel 1789, è a Parigi dove rimane per poco tempo, costretto a rimpatriare a causa della Rivoluzione Francese. Successivamente viene mandato a Verona, ospite di famiglie facoltose, commercianti di seta e lana. Qui Impara la lingua italiana, stringe amicizia con persone di seria fede cattolica, con sacerdoti fervorosi e impegnati in opere di carità squisita. Legge interessanti opere apologetiche. Medita lungamente e profondamente il problema della verità. Giunge alla determinazione di farsi cattolico.
Della sua decisione informa i genitori i quali non lo riconoscono più come figlio, lo privano dell’eredità e interrompono con lui ogni comunicazione. Il dramma del rifiuto familiare si consuma nell’abbandono fiducioso a Maria alla quale si affida interamente: “Io, dunque, lascio tutto, padre, madre, sorella, sostanza e mi affido a Voi: voglio essere cattolico, Voi mi provvederete!”.
Il passo solenne della conversione al cattolicesimo avviene il 14 settembre 1792. Da quel momento inizia una nuova vita, ricca di grazia, di studio e di gesti di solidarietà fino a diventare sacerdote: l’8 settembre 1796. Commosso per la misericordia ricevuta e gustata, apre il suo cuore a Cristo nel ministero sacerdotale che lo porta subito al Lazzaretto dove assiste per 18 anni i soldati feriti e malati delle guerre napoleoniche. Qui egli affina la sua anima alla scuola del dolore, impara quella tenerezza, quel gesto carezzevole che lo fa chinare su ciascuno come “madre pietosa”.
Entra nella “Evangelica Fratellanza di preti e laici” fondata da don Pietro Leopardi e diventa un campione di carità. Si dedica con amore particolare ai poveri accolti nel Ricovero cittadino e ai degenti dell’Ospedale civile. Per lunghi anni è un infaticabile confessore, interprete, esperto educatore, insegnante di lingue; si occupa con zelo e discrezione dell’unità dei cristiani.
In tarda età, realizza, con madre Vincenza M. Poloni, il suo sogno di affidare a “mani consacrate” i fratelli sofferenti, membra di Cristo, fondando l’Istituto Sorelle della Misericordia.
La sera antecedente l’ottava della festa dell’Immacolata del 1856, dopo aver benedetto le sorelle “presenti, assenti e future” e aver raccomandato loro, come Testamento spirituale, “l’unione, la pace, l’obbedienza, e gli infermi”, muore il 15 dicembre 1856
Paolo VI lo dichiara beato il 6 luglio 1975.
La sua festa liturgica si celebra il 15 dicembre, giorno della morte nel 1856.
Le tre preghiere al beato Carlo Steeb lo presentano come:
- Amante della verità, di Cristo e della sua Chiesa
- Sacerdote mite ed umile di cuore
- Devoto di Maria, Madre di Misericordia
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Madre Vincenza M. Poloni
Madre Vincenza Maria Poloni, al secolo Luigia, nasce a Verona il 26 gennaio 1802. La sua casa è situata in Piazza delle Erbe, cuore della città, dove i genitori gestiscono una drogheria-farmacia. La famiglia, ispirata a profondi principi cristiani e provata da parecchi eventi dolorosi, è per Luigia l’ambiente stimolante e formativo. E’ la madre la sua prima formatrice. Il padre, droghiere e farmacista, assieme alla moglie, dà esempio di virtù cristiane e sociali, prestandosi come membro stimato e influente del gruppo di coloro che sostengono la Pia Casa di Ricovero.
L’intelligenza pratica, concreta e perspicace di Luigia, la riservatezza e la cortesia che le sono proprie, favoriscono in lei l’attitudine al servizio attento e gratuito. Negli anni più belli della sua giovinezza essa lo offre ai fratelli in seria necessità e ai numerosi nipoti che la considerano come una “mamma”.
Dopo la morte del padre, gravi problemi economici scuotono l’equilibrio della famiglia, per cui Luigia mette in atto anche le sue capacità amministrative e direttive senza trascurare la frequenza, come volontaria, alla Pia Casa di Ricovero, dove assiste le malate croniche nelle infermerie. Nel 1836, presta il suo servizio volontario anche alle colerose accolte nell’ambiente d’isolamento a loro destinato.
E’ guidata spiritualmente da don Carlo Steeb, suo confessore, al quale confida il suo desiderio di consacrarsi totalmente al Signore. Lui la fa attendere a lungo e, alla fine, le rivela: “Figlia mia, il Signore vi vuole fondatrice di un Istituto di Sorelle della Misericordia, nessuna difficoltà vi atterrisca o arresti; a Dio nulla è impossibile”. Luigia accoglie con timore la proposta e, con semplicità e confidenza filiale nel Padre misericordioso, risponde: “Io sono la più inetta delle creature, ma il Signore si serve, alle volte, di strumenti debolissimi per le opere sue: sia fatta dunque la sua volontà”.
Il 2 novembre 1840, sostenuta e accompagnata da don Carlo Steeb, Luigia con alcune altre compagne dà inizio all’Istituto Sorelle della Misericordia. Il 10 settembre 1848 esse emettono la professione religiosa: ricevono l’abito religioso, il crocefisso, la corona del rosario e la Regola. A ciascuna è dato un nome nuovo, simbolo della nuova vita consacrata a Dio.
Il suo servizio, umile e prezioso, presso le persone anziane e le ragazze abbandonate, trova la sua più alta espressione in quello di madre e maestra di numerose giovani che, alla sua scuola, imparano a consacrare, in umiltà, semplicità e carità la loro vita a Dio come sorelle della misericordia.
Madre Vincenza Maria Poloni muore l’11 novembre 1855 lasciando come suo Testamento spirituale, espressione del suo affetto per le sorelle, una sola cosa: la carità.
Viene dichiarata beata il 21 settembre 2008 con decreto di papa Benedetto XVI.
La sua festa liturgica si celebra il 10 settembre, giorno della prima professione di madre Vincenza Maria Poloni e di 12 sue sorelle nel 1848.
Preghiera di intercessione alla beata Vincenza Maria Poloni, fondatrice delle Sorelle della Misericordia, per ottenere grazie